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In onore di Kevin Benderman


L’Associated Press riporta che "prima di essere condannato a 15 mesi per essersi rifiutato di ritornare in Iraq con la sua unità militare, il sergente Kevin Benderman ha dichiarato a un giudice militare di aver agito in base alla propria coscienza, non per inosservanza a un dovere". Benderman, un meccanico dell’esercito di 40 anni, "lo scorso gennaio si è rifiutato di partire per una seconda missione di combattimento, affermando che la distruzione e la povertà alle quali aveva assistito durante l’invasione dell’Iraq del 2003 lo avevano reso contrario alla guerra"...

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In onore di Kevin Benderman

Norman Solomon, Nuovi Mondi Media

kevin-benderman.jpeg

August 16, 2005


L’Associated Press riporta che "prima di essere condannato a 15 mesi per essersi rifiutato di ritornare in Iraq con la sua unità militare, il sergente Kevin Benderman ha dichiarato a un giudice militare di aver agito in base alla propria coscienza, non per inosservanza a un dovere". Benderman, un meccanico dell’esercito di 40 anni, "lo scorso gennaio si è rifiutato di partire per una seconda missione di combattimento, affermando che la distruzione e la povertà alle quali aveva assistito durante l’invasione dell’Iraq del 2003 lo avevano reso contrario alla guerra".

Tre settimane fa, sua moglie, Monica Benderman, aveva scritto: "È ritornato sapendo che la guerra è sbagliata, è la creazione più disumanizzante dell’umanità che esista. Ha visto che la guerra distrugge civili, uomini, donne e bambini innocenti. Ha visto che la guerra distrugge case, relazioni e un paese. Ha visto ciò non solo nel paese che è stato occupato, ma lo ha visto accadere anche nel paese invasore, e sapeva che l’unico modo per salvare i soldati era non partecipare più alla guerra. Il sergente Kevin Benderman è un oppositore cosciente della guerra, e l’esercito degli Stati Uniti è un covo di pazzi".

Giovedì davanti alla Corte marziale Kevin Benderman ha parlato. "Benché alcuni possano pensare che le mie azioni siano rivolte contro i soldati, io desidero che tutti possano restare a casa al sicuro e che possano crescere le proprie famiglie", ha affermato. "Non voglio che nessuno venga più ferito in un campo di battaglia".

Ma il Pentagono sta imponendo l’inconcepibile. E le parole scritte da Monica Benderman all’inizio di luglio, adesso appaiono ancora più vere: "L’esercito ha rinunciato così apertamente alla propria responsabilità morale che i suoi rappresentanti sono disposti a chiedere apertamente, di fronte una corte di giustizia, di poter riconquistare un "controllo positivo su questo soldato", giudicandolo colpevole di crimini che non ha commesso e mettendolo in carcere. Un prigioniero della coscienza, per aver osato obbedire a una legge morale".

Ha inoltre aggiunto: "È dura affrontare la verità, e lo è ancora di più quando quando le persone che non hanno paura cominciano a parlare chiaro. Qualcuno una volta affermò che il caso di mio marito fosse un problema di moralità contro una questione di legalità. Prego perché questo paese non sia impazzito a tal punto da pensare che le due cose si possano distinguere".

Monica Benderman ha ragione. Affrontare la realtà sulle priorità del nostro governo può rivelarsi arduo. Durante la guerra del Vietnam – anch’essa basata sulle bugie e metodicamente brutale – uno straordinario senatore USA pose lo stesso problema. "Stiamo diventando colpevoli, secondo la mia opinione, di costituire la maggiore minaccia alla pace del mondo", affermò Wayne Morse a un’udienza del Comitato per le Relazioni Internazionali del Senato. "È una spiacevole realtà e noi americani non vogliamo affrontarla".

Poco prima che l’udienza del Senato si aggiornasse, il 27 febbraio del 1968, Morse affermò: "Non ho intenzione di prendermi la responsabilità di questa guerra". Nell’estate del 2005, mentre gli orrori della guerra in Iraq continuano, nessun senatore statunitense è disposto a parlare con tanta franchezza morale.

Come sostiene un astuto cliché, la verità è la prima vittima della guerra. Ma un'altra tra le prime vittime è la coscienza, quotidianamente soffocata nella camera dell’eco dei media nazionali.
"Nelle reti televisive, le voci di solito vengono livellate e le persone spesso sembrano parlare ad alta voce. Al contrario, la coscienza umana è simile a un sussurro. Quasi impercettebile".

Benché sia stato raramente osservato dai mezzi d’informazione, è la coscienza a fare di noi degli "esseri umani". "Di tutte le differenze che esistono tra gli uomini e gli animali", scrisse Darwin, "il senso morale della coscienza è di gran lunga il più importante".

Ed è per questo che Kevin Benderman, attualmente in prigione, sta dimostrando molta più forza morale di ogni altro senatore degli Stati Uniti d’America.



L’ultimo libro di Norman Solomon, 'War Made Easy: How Presidents and Pundits Keep Spinning Us to Death’, è stato appena pubblicato. Nuovi Mondi Media ne ha appena pubblicato la versione italiana, 'MediaWar’


Fonte: http://www.alternet.org/columnists/story/23808/
Tradotto da Tanja Tion per Nuovi Mondi Media




:: Articolo n. 14717 postato il 17-aug-2005 00:15 ECT

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