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Perché un solo stato
Risposta a Uri Avnery


Uri Avnery accusa i sostenitori della soluzione «con un solo stato» di adagiare i fatti a forza sul letto di Sodoma. Ma in questo caso potremmo parlare di una piccola branda di Sodoma se paragonata al gigantesco letto matrimoniale su cui la sinistra israeliana si ostina a stendere la soluzione dei due stati. Il modello sudafricano è ancora - lo si è cominciato a prendere in considerazione seriamente da un anno - la soluzione dei due stati ha compiuto sessant'anni: una visione rischiosa e prematura che ha permesso ad Israele di prolungare l'occupazione senza doversi preoccupare delle critiche della comunità internazionale. Il modello sudafricano si presta bene per un'analisi comparata, non come oggetto di vacua emulazione. Alcuni capitoli della colonizzazione sudafricana coincidono effettivamente con episodi della colonizzazione sionista in Palestina...

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Perché un solo stato
Risposta a Uri Avnery

Ilan Pappe *, il manifesto

4 luglio 2007

Uri Avnery accusa i sostenitori della soluzione «con un solo stato» di adagiare i fatti a forza sul letto di Sodoma. Ma in questo caso potremmo parlare di una piccola branda di Sodoma se paragonata al gigantesco letto matrimoniale su cui la sinistra israeliana si ostina a stendere la soluzione dei due stati. Il modello sudafricano è ancora - lo si è cominciato a prendere in considerazione seriamente da un anno - la soluzione dei due stati ha compiuto sessant'anni: una visione rischiosa e prematura che ha permesso ad Israele di prolungare l'occupazione senza doversi preoccupare delle critiche della comunità internazionale.

Il modello sudafricano si presta bene per un'analisi comparata, non come oggetto di vacua emulazione. Alcuni capitoli della colonizzazione sudafricana coincidono effettivamente con episodi della colonizzazione sionista in Palestina. La struttura di dominazione dei coloni bianchi in Sudafrica assomiglia molto a quella applicata sin dalla fine del XIX secolo dal movimento sionista e poi da Israele contro la popolazione palestinese indigena. Il modello sudafricano si propone come guida in due direzioni cruciali per tutti coloro che abbiano a cuore il destino della Palestina: innanzitutto offre un nuovo orientamento per l'individuazione di una nuova soluzione che permetta di accantonare la soluzione dei due stati- quella di un unico stato democratico - e rinforza le speranze che un giorno l'occupazione israeliana possa essere sconfitta - attraverso l'opzione BDS, «Boicottaggio, disinvestimento, sanzioni».

I fatti parlano da sè: la soluzione dei due stati ha tristemente fallito e non abbiamo troppo tempo da sprecare dietro ad una futile ripresa di altri vani collocqui diplomatici che non porterebbero da nessuna parte. Avnery ignora questi fatti e insinua che la soluzione con un solo stato sia una panacea forse fatale per il paziente malato. E' difficle comprendere perchè Avnery si permetta di sottovalutare l'opinione pubblica mondiale.

Senza il sostegno dell'opinione pubblica al movimento sionista, la Nakba non si sarebbe mai verificata. Dopo il rifiuto da parte della comunità internazionale dell'ipotesi di spartizione, uno stato unitario avrebbe dovuto sostituire il protettorato palestinese, come auspicato da parte di alcuni membri dell'Onu. Tuttavia questi membri dovettero ritirare il proprio sostegno a questa soluzione di fronte alla forte pressione degli Stati Uniti e della lobby sionista. E oggi, se la comunità internazionale dovesse mutare nuovamente avviso e aggiustare la propria disposizione nei confronti di Israele, le probabilità di una fine dell'occupazione sarebbero molto più alte, cosa che potrebbe evitare un incredibile spargimento di sangue sia per i palestinesi che per gli stessi israeliani. L'appello per la soluzione «con un solo stato», insieme alla richiesta di sanzioni, boicottaggio e disinvestimento è la comprensibile reazione al fallimento del piano antecedente.

Avnery ha ragione quando afferma che «senza dubbio il 99.99% dei cittadini israeliani concepisce lo stato israeliano unicamente come uno stato a robusta maggioranza ebraica, a prescindere dai confini». Una riuscita campagna di boicottaggio non riuscirebbe a modificare questa convinzione in un giorno, ma potrebbe almeno far presente a questo pubblico che ostinarsi su queste posizioni è un gesto razzista e non accettabile nel ventunesimo secolo. Senza le iniezioni occidentali di sostegno economico e culturale ad Israele, diventerebbe molto difficile per questa maggioranza silenziosa continuare a credere che sia possibile coniugare razzismo e legittimità democratica, di fronte al mondo. Dobbiamo svegliarci.

Il giorno in cui Ariel Sharon e George Bush si sono dichiarati favorevoli e fedeli alla soluzione con due stati, questa è diventata un cinico mezzo che ha permesso ad Israele di conservare il proprio regime di discriminazione all'interno dei confini del 1967, l'occupazione in Cisgiordania e la ghettizzazione della Striscia di Gaza. Chiunque impedisca il dibattito sui possibili modelli politici alternativi autorizza Israele a farsi scudo della soluzione con due stati per continuare a commettere crimini in Palestina.

Inoltre, non solo nei territori non ci sono più neanche le pietre per costruire questo stato dopo sei anni di distruzione delle infrastrutture da parte di Israele ma se anche si applicasse una partizione sensata i palestinesi non otterrebbero più che un misero 29% della propria terra natìa. Per la mappa 181, avrebbero diritto ad almeno metà della propria terra originaria. E' un altro percorso utile da esplorare, invece di impantanarsi nel calderone che la soluzione a due stati ha prodotto finora. Infine, non si avrà alcuna soluzione definitiva del conflitto finché non verrà risolta la questione dei rifugiati palestinesi. Che non possono tornare in patria per gli stessi motivi che hanno cacciato i propri connazionali dalla grande Gerusalemme e oltre il Muro, e per cui i propri fratelli vengono discriminati in Israele. Non possono tornare per lo stesso motivo che espone ogni palestinese alla continua minaccia dell'occupazione e dell'espulsione, almeno fino a quando il piano sionista non sarà portato a termine secondo i voleri dei propri leader.
* storico israeliano


:: Article nr. s6808 sent on 06-jul-2007 03:53 ECT

www.uruknet.info?p=s6808

Link: www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/04-Luglio-2007/art11.html



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